L'allenatore del Francavilla Ranko Lazic (fonte foto: Savio Salerno) |
Dici Francavilla e leggi mister Lazic, dici mister Lazic e leggi Francavilla. Ormai il legame tra i rossoblù e il tecnico serbo è qualcosa di indescrivibile ed ancora una volta sarà proprio lui a guidare i sinnici nella prossima stagione. Undicesimo anno consecutivo dunque per il tecnico serbo con cui abbiamo scambiato una lunga chiacchierata, ripercorrendo la stagione appena passata, ricordando le tantissime soddisfazioni e i pochi rammarichi e proiettandoci subito sul campionato che verrà.
- Avrebbe mai potuto immaginare ad agosto scorso di fare un campionato del genere quest’anno?
Ovviamente no (ride nrd). Abbiamo lavorato duramente con un gruppo che è cresciuto con le vittorie. La società non ci ha fatto mancare niente e lo staff tecnico mi è stato sempre vicino,a partire da Amatucci, Annunziata, Borneo, De Luca, Cafaro e Iannibelli. Siamo stato tutti molto uniti e l’artefice di questa grande stagione è la società. Alla fine abbiamo costruito una squadra che ha divertito tutti e anche il pubblico si è affezionato tantissimo a noi. Siamo sulla buona strada per poter fare ancora di più.
- Le soddisfazioni sono tantissime, ma c’è qualche piccolo rammarico perché alla fine c’avevate un po’ creduto di poter vincere il campionato?
Rammarichi non ne ho, perché alla fine abbiamo dato il massimo che potevamo. Non posso dire niente ai miei ragazzi perché hanno dato tutto, poi è chiaro che qualcosa l’abbiamo pure sbagliata, ma è normale. Non eravamo perfetti ma detto dagli altri abbiamo giocato il miglior calcio del girone, nonostante molte volte non siamo stati al completo.
- Possiamo dire che l’unico punto debole del Francavilla di quest’anno è stata proprio la rosa corta?
Aleksic e Pisani hanno fatto praticamente 4 o 5 partite insieme. Sono stato sempre costretto a gestirli ed Aleksic alla fine nelle ultime partite ci è venuto a mancare per infortunio. Anche Sekkoum non l’abbiamo avuto per due mesi ma abbiamo comunque sopperito a queste assenze, ma in compenso però hanno giocato tutti ed hanno dato sempre il massimo
- Al contrario invece il vero punto di forza del Francavilla è stato il gruppo?
Abbiamo avuto un gruppo unito, tutti si aiutavano a vicenda e sicuramente abbiamo fatto una scelta azzeccata all’inizio. Per vincere significa che c’è un grande lavoro dietro e noi abbiamo lavorato tantissimo, con i miei ragazzi che non si sono mai risparmiati. Hanno dimostrato grandissima umiltà ma anche qualità, perché non si sono mai tirati indietro remando sempre tutti dalla stessa parte. In particolar modo i locali mi hanno dato una grossa mano nello spogliatoio, come ogni anno d’altronde. I vari Nicolao, Marziale, Fanelli, De Marco e Fanelli ci tengono tantissimo ai colori rossoblù e nonostante non hanno giocato tantissimo hanno fatto gruppo in una maniera incredibile.
- Nelle due sfide dei playoff avete avuto un pubblico meraviglioso che vi ha supportato fino alla fine. Quanto è stato bello vedere tutto questo affetto ed entusiasmo al “Nunzio Fittipaldi”?
Noi vogliamo attirare più pubblico possibile l’anno prossimo, perché ci piacerebbe sempre avere lo stadio pieno. Sappiamo benissimo che è impossibile vedere ogni domenica il “Nunzio Fittipaldi” come nella finale playoff, però vogliamo entusiasmo e il pubblico ci ha riconosciuto il grande lavoro che abbiamo fatto quest’anno.
- Ormai tra lei e il Francavilla c’è un legame indissolubile e guiderà i rossoblù per l’undicesimo anno consecutivo. Come si spiega un rapporto simile?
Io penso che in Serie D non c’è una società migliore, la sento mia e di solito in un paese dopo due o tre anni tutti si scocciano dell’allenatore, ma a Francavilla vedo che c’è ancora tanto affetto nei miei confronti. E’ un sentimento reciproco e per me sarebbe impossibile lasciare il Francavilla perché ormai fa parte del mio cuore e non si può andare via dalla migliore società che c’è in Italia per me.
- Quest’anno però, come sempre d’altronde, sbagliamo oppure qualche squadra, vedi Nardò o Taranto, ha fatto qualche sondaggio per lei?
Non mi nascondo, ho avuto delle chiamate da altre società per cambiare, ma ogni volta che qualcuno mi contatta io dico che non mi muovo. Qualche approccio c’è stato ma l’ho spento subito sul nascere con tutti. Se ti chiamano in Serie A o Serie B puoi pensare di fare carriera, ma a parità di categoria, nonostante possa vincere qualcosa, preferisco restare qui e vincere qui, perché arriverà il momento che vinceremo anche a Francavilla.
- L’obiettivo per il prossimo anno sarà quello di migliorarsi e, data la strepitosa stagione appena terminata, significherebbe dover vincere il campionato. Possiamo allora dire che sarebbe riduttivo parlare di una tranquilla salvezza per il prossimo campionato?
La mia società non mi ha mai chiesto di vincere, anche perché quando noi puntiamo a vincere il campionato sbagliamo tutto. Noi dobbiamo solo pensare a lavorare, a dare tutto in campo e a non risparmiarci mai. Il nostro obiettivo è fare una squadra da Francavilla, poi è ovvio che se ci troviamo lassù come quest’anno proveremo a vincere. La mia umiltà e quella della famiglia Cupparo è di cercare prima la salvezza, senza illudere nessuno, perché sappiamo bene che la Serie D per noi è veramente tanto, mentre la Lega Pro sarebbe un sogno.
- L’anno scorso a luglio c’è stata una vera e propria rivoluzione, con tantissimi elementi nuovi arrivati in riva al Sinni. Quest’anno invece, dato il grande campionato, si punterà a riconfermare gran parte del gruppo?
Noi non possiamo fare la squadra di 24 giocatori tutti forti come fanno in altre piazze. Il nostro obiettivo è assemblare un organico con juniores importanti, perché se sbagli un solo giovane su 4 già lo paghi. Quest’anno non abbiamo sbagliato niente ma ogni volta è diverso, quindi a breve ci metteremo a lavoro per costruire una grande rosa per il prossimo campionato.
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